domenica 30 agosto 2009

Fulmini a ciel sereno.


Fenomeno strano quello dei fulmini a ciel sereno. Eppure perfettamente spiegabile in determinate condizioni fisiche. Il senso traslato del congiunto di parole è "evento, spesso piacevole, inaspettato". Seppur visti da lontano hanno il potere di scaricare un pò di adrenalina nel corpo; un misto di paura e fascino. Desideri scoprirne le cause e allo stesso tempo rimanere ammaliato da tale spettacolo. In più una notte di spensieratezza e confusione, di tachicardie e voglia di ballare. La condizione atmosferica e quella contingente si sono combinate alla perfezione. I fulmini erano comunque lontani, non ancora qui.

Yours,

Vane

giovedì 27 agosto 2009

Ritiro studio.


Devi studiare? Cerchi pace e tranquillità? Nessun disturbo, nessun rumore? Pisa. Agosto.

Non esisteva soluzione più semplice. Tutto chiuso, le insegne nei negozi dicono "si riapre il 31 Agosto". Non prima. Cinema chiuso. Copisterie chiuse. Anche l'università è chiusa. Si ma io non è che mi posso rinchiudere in casa 24 h su 24.. muoio altrimenti. Sono alla ricerca di contatti umani, di vedere facce nuove.. Poi tutto ad un tratto un'idea. Piazza dei Miracoli. Piena, colma, stracolma.. mi basta incamminarmi verso la piazza che già torna in servizio il punto di informazioni turistiche ambulante e umano: io. "Scusi, è lontana piazza dei Cavalieri?" in accento tedesco.. "No, è proprio qua a dritto!" .."Oh, è bella?" .."Si..è bella.." sorrido stranita dalla domanda.. Bè, è qua dietro, vai, giudica te, no?? Bah, parina, mi sa che non aveva più voglia di camminare e il marito era a distanza, molto probabilmente con ancor meno voglia di lei..

Poi eccoci in Piazza dei Miracoli, però si, è proprio maestuosa. E io ogni volta che ci entro rido, quanto rido.. tutti in mezzo al prato nella solita posizione, a fare la solita cosa: la foto mentre si regge la torre.

Ma sono l'unica che la vuole buttare giù????


yours,

Vane


ps: Pisa Merda.

sabato 22 agosto 2009

Il Dio Apollo è stato ridicolizzato.


Per amore. Il dio Apollo, dio del Sole, è stato definito un baccalà incoronato di alloro. Pensare che quella corona di alloro doveva essere un pegno d'amore, verso quella ninfa di cui si era innamorato, quella Dafne che aveva rincorso per le selve dell'Olimpo. Un amore non corrisposto, che lo ha condannato. Lo ha condannato a piangere su quella donna che chiede a Zeus di trasformarla in albero, nel Lauro, pur di non essere preda di quel suo ben noto spasimante. Un baccalà. Si perchè forse non era guidato proprio dall'amore con la A maiuscola, insomma la sua era una mera caccia. Lei che fugge e in lui ancor più foga nel raggiungerla, nel possederla. Quello di Dafne allora è stato un riscatto; lei che doveva essere la sua stella e lui che è il re del sole e per diritto diporne a piacimento, non può. Pappappero. Lui piange alle sue radici, lei cresce.

Pollon voleva farla tornare una donna, perchè il suo papà soffriva tanto. Ma alla fine non può, la Dea di tutte le Dee le ha fatto capire che quello era solo un gioco, non era amore. Il desiderare una persona non vuol dire amarla, il fuoco tanto poi si spegne. Amore non è solo passione, non è solo fuoco, è anche gioire della freschezza dell'acqua, è anche provare freddo d'inverno.

Si arrostisce ora Apollo, in una pentola su un fornello.

mercoledì 19 agosto 2009

Sopra-vivere


A Camaldoli con un libro. Ci sono da leggere tanti libri "obbligati" per l'esame di Letteratura Spagnola e per questi due giorni into the wild nella foresta Casentinese di Camaldoli ho scelto quello che poteva essere un pò più "spirituale" e che in fondo potesse piacermi di più... Si tratta di Niebla di Miguel de Unamuno. Ottima scelta direi.. E' un libro un pò particolare, è sperimentalista nella corrente spagnola del tempo, utilizza quella che conosciamo come metaletteratura, ma in realtà la supera ed in questo è unico, poiché lo stesso autore entra nel testo e ne diviene personaggio.

Tema base: l'esistenza.

Qui viene messo tutto in discussione; il solo fatto che l'autore entri nel testo lo fa diventare irreale come il personaggio di cui racconta la storia, estrema importanza alla parola dunque, a chi credere? Al protagonista della novella o al suo autore? Chi racconta in realtà? Cosa racconta? La vita di chi? E soprattutto: è l'autore che da vita al protagonista o è la novella, la storia dei protagonisti che danno vita all'autore? Fulcro del libro è la confusione trasogno e realtà, che credo si possa riassumere in queste parole:

" Non è per caso che tutto questo sia un sogno di un qualche Dio, che svanirà nonappena Lui si svegli, e che sia per questo che preghiamo, che gli dedichiamo canti e inni, per addormentarlo, per prolungare il suo sonno? Non è per caso che la liturgia tutta, di tutte le religioni, sia un modo di abbracciare il sogno di Dio per fare in modo che non si svegli e smetta di sognarci?"

Non a caso alla morte del protagonista, questo apparirà nei sogni dell'autore, il suo Dio...

Sopravvivere quindi, vivere al di sopra. Nella niebla, la nebbia.

Bè, poi essendo un libro che parla dell'esistenza, non può che affrontare i temi della vita; quelli che si sintetizzano in tre parti del corpo, la testa, il cuore e lo stomaco, che sono l'intelligenza, il sentimento e la volontà. " Si pensa con la testa, si sente con il cuore e si vuole con lo stomaco". "Lo stomaco elabora i succhi che fanno il sangue, il cuore nutre assieme a questi la testa e la testa fa in modo che sia lo stomaco che il cuore funzionino."


Spero di avere suscitato un pò di interesse per questo autore che pochi conoscono, che ormai ha scritto due secoli fa ed è un pò cadudo nella dimenticanza.. Almeno spero di averlo fatto un pò vivere in queste parole del post..


Nebbia, Miguel de Unamuno.

ps. la traduzione in corsivo è mia, magari si trova scritta meglio eh..


Yours, Vane

lunedì 17 agosto 2009

L'infinito


Dall'ermo colle si son visti infiniti spazi, ma gli sterminati silenzi non si sono uditi...!

Ecco, il filo di sarcasmo se ne va se si pensa che il caro Leopardi paraccio era sempre solo, mentre io ero almeno ero in compagnia; una bella, grossa, felice, gargantuesca e a tratti grottesca compagnia! (perdonatemi le ridondanze..) Spagnoli, Americani e Italiani tra le colline Toscane, il buon vino, il prosciutto, il pecorino, la bistecca fiorentina, i cantucci alle mandorle.. eh... Che fatica!


La vostra cara Vane,

con un paio di chiletti in più..


giovedì 13 agosto 2009

Catch it!


Le stelle son cadute, le abbiamo viste. Distesi sul prato, con gli occhi cacciatori. Si sa che si deve esprimere un desiderio. Ognuno ha un desiderio da esprimere, uno, due, cinque, mille! Si ma poi quante stelle si riusciranno a vedere? Meglio esprimerne tanti o ricercare il migliore da ripetere? Dispari poi, che sennò come la calamita due poli uguali si respingono e il desiderio non s'avvera. Caccia alla stella e caccia al desiderio.

A me emoziona tantissimo. Vorrei provare a descrivere a sensazione, vediamo..

Ecco, la stella è il sogno, è magia, è stupenda e irraggiungibile. Ad essa abbiniamo il desiderio. Questa cade e ti fa sperare che quella sua magia, quella scia di irrazionalità e bellezza arrivi dritta fino a terra, fino alla realtà, fino a noi. Il momento in cui l'aspetti c'è tutta la trepidazione che veramente possa avverarsi qualcosa di bello. Nessun aggettivo migliore di bello. E l'aspettare il momento giusto, lo stare all'erta per non farcela sfuggire, l'urlo di gioia quando se ne vede una sono l'emozione e l'amore per quello che si è visto e il sorriso poi quando si torna a casa.


venerdì 7 agosto 2009

Camomilla e Menta


La regina delle Tisane ieri ha parlato. Ha dato consiglio ad una disperata adepta bisognosa di un lungo riposo. La necesittà era quella di sprofondare in un sonno qualitativamente perfetto, quantitativamente il più possibile prolungato e ininterotto.

La soluzione più immediata era la richiesta alla nonna di qualche goccia di sonnifero. Drogatemi, chissenefrega. Poi ecco, all'apice della disperazione ariva un consiglio: "camomilla e menta".

Torno a casa. Ce l'ho. Non importa se è il 6 Asto, se è l'una di notte e ancora fa un caldo che non si respira. Mi preparo l'infuso. Caldo. Caldissimo. Sudo. Lo finisco. (Anche buono tutto sommato....)Sbadiglio. Cala la palpebra. Dormo. Profondamente, ininterottamente fino a.......le 10 di mattina. Record.

Grande soddisfazione ad aprire gli occhi, andare a vedere l'orologio e vedere che quelle lancette hanno superato di ben due ore e 5 minuti le classiche, ben note 7.55. E' stato come se avessi vinto la medaglia olimpica.

Appllausi, grida di gioia, fotografie, l'inno nazionale..tut dentro di me!


L'unica cosa è che ancora mi sento un pò rincoglionita...mah..