Ogni tanto arriva il momento in cui hai bisogno della cioccolata. Quella che hai lì nella dispensa, che non vuoi mangiare durante gli altri giorni perchè tanto sai che prima o poi un giorno come questo arriva. E lei è lì per te, tu stessa te la sei conservata per oggi. Strano a dirsi, perché sicuramente è stato il primo pensiero logico, ma questo periodo non coincide con la settimana del ciclo, né con quella precedente. Quello che succede è che quando fuori fa un po' più freddo della media stagionale, quando il cielo è coperto di nubi, la testa di una donna chiusa in casa si riempie di pensieri. Ogni cosa che circonda la sua persona evoca un pensiero, che si collega ad un altro, che forma frasi complesse interconnesse da tanti connettori come "ma", "perché", "però", "quindi" e "allora" che sono deleteri, che mettono in crisi, che non fanno che ingarbugliare ancora si più la mente e mettono in crisi. Cioccolata. Ristabilizza le capacità cognitive. Ad un certo punto ti rendi conto che puoi anche fare qualcosa e non pensare. Non troppo almeno...
martedì 30 marzo 2010
domenica 21 marzo 2010
Il sogno dello scrittore
Ogni libro possiede un'anima, l'anima di chi lo ha scritto e l'anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie ad esso.
Ecco, era questa la frase che cercavo, quella alla terza pagina de "L'ombra del vento". Zafòn è stato proprio bravo a descrivere la sensazione che si prova a leggere un libro che piace. Perchè quando piace è come se ci rendessimo conto che quel libro ha un'anima. E la scoperta ci fa venire un brivido leggero.
Stamattina è successo, ho finito di leggere "Travesuras de la nina mala", "Avventure della ragazza cattiva" dovrebbe essere il titolo in italiano, per chi volesse "avventurarsi" a leggerlo, e insomma è scattato il brividino. Perchè quando un libro è scritto bene, ti coinvolge al punto di essere parte di esso. Le parole, le frasi si fanno luoghi, si fanno parchi, strade di città o mura di casa. Sei lì che ci cammini dentro e i protagonisti sono lì con te, li conosci, li guardi da vicino, li capisci. Ho provato pena, ho provato disgusto ed ho provato compassione.
Credo che se Mario Vargas Llosa sapesse di avere provocato tutte queste emozioni, credo che sarebbe proprio soddisfatto del suo libro, credo che avrebbe ringraziato anche la sua vita disgraziata per essere riuscito nel suo sogno di scrittore.
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